Il nostro occhio, risultato dell'evoluzione darwiniana, ci consente di osservare la realtà con una deformazione, una profondità e un campo visivo che corrispondono approssimativamente a un obiettivo con una lunghezza focale di 42 mm.
Se però l'evoluzione avesse sviluppato il nostro occhio diversamente, ecco che avremmo avuto una visione diversa del mondo, una diversa deformazione della stessa realtà, una visione corrispondente per analogia a quella di altri obiettivi di una macchina fotografica, con altre lunghezze focali.
La macchina fotografica ci consente dunque di osservare e scoprire molte rappresentazioni della realtą, tutte vere e valide, dall'infinitamente piccolo e circoscritto all'infinitamente ampio, facendoci così anche riflettere, e non solo per questi aspetti, sui limiti e l'illusorietà delle nostre percezioni sensoriali.
Un obiettivo di 10.5 mm ci fa vedere un mondo geometricamente molto diverso da quello che vediamo con il nostro occhio e che identifichiamo, senza pensarci troppo, con la vera realtà, un mondo ora fatto essenzialmente di linee curve, un'altra deformazione del mondo reale che possiamo osservare e comunicare solo con la macchina fotografica.
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