Opera tra le più alte nella storia della musica occidentale, le
Variazioni Goldberg di
J.S. Bach, scritte nei suoi ultimi anni di vita, a Lipsia, costituiscono l'apice tra le composizioni per tastiera che ci ha lasciato, sia per la complessità di concezione e il respiro, sia per l'arditezza delle difficoltà tecniche di esecuzione. Pier Paolo Strona insieme al Maestro Guido Donati, compositore, organista, docente di organo al Conservatorio di Torino, ha dedicato molti anni all'approfondimento di quest'opera. Insieme l'hanno studiata e analizzata ma non soltanto dal punto di vista strettamente musicale; ne hanno tratto anche stimoli e spunti per discorsi molto più vasti, a carattere interdisciplinare, spaziando nel mondo dell'arte, dell'architettura, della scienza e più in generale della creatività umana, arrivando a scriverne un
libro: "
Il Giardino delle Meraviglie, una passeggiata all'ombra delle Variazioni Goldberg di J.S.Bach". La musica è un linguaggio universale, comprensibile da ogni uomo senza necessità di traduzioni o mediazioni, e in quanto tale unifica ogni possibilità di discorso, consentendo di accostarsi a qualunque argomento e disciplina. Quindi, partendo dalle Variazioni Goldberg, somma espressione musicale, è possibile arrivare ovunque, stabilendo ponti e analogie che aprono nuove e intense prospettive di conoscenza e di bellezza: ad esempio il parallelo sviluppato nel
testo tra il "Giardino delle Meraviglie" dell'opera bachiana e un altro meraviglioso giardino, "il Giardino di Polifilo", progettato e descritto dettagliatamente in un testo anonimo del XV secolo, l' "Hypnerotomachia"; giardino mai realizzato, e tuttavia oggi virtualmente esistente in quanto ricreato al computer dagli architetti Silvia Fogliati e Davide Dutto. La ricostruzione è stata pubblicata nel loro libro "Il giardino di Polifilo", FMR (Franco Maria Ricci) Editore, Milano, 2002, e gentilmente gli autori ne hanno concesse alcune immagini ad illustrare sia il nostro testo che il libretto del CD. Tornando ora a quest'ultimo possiamo concludere con la considerazione che alla fine la musica torna sempre ad essere "musica" e quindi, dopo lo studio e le parole scritte, diventa prepotente il bisogno di sentire e far sentire i suoni: ecco dunque, a completare il nostro percorso, l'esecuzione e la registrazione dell'opera bachiana.
Considerazioni sulla struttura delle Variazioni Goldberg
Le 30 Variazioni, sono organizzate secondo una struttura ben precisa in cui si possono individuare 10 gruppi di 3 variazioni, tutti con caratteristiche analoghe: una coppia di variazioni a carattere del tutto diverso tra loro e una terza variazione a canone. Le variazioni di ogni coppia sono caratterizzate l'una da un tessuto di natura contrappuntistica complessa, in cui si concentrano più istanze ritmiche e melodiche, l'altra da una marcata uniformità ritmica in cui le singole voci hanno una più ampia estensione di tessitura che comporta anche frequenti incroci tra le mani. Possiamo sinteticamente parlare di variazioni di "Concentrazione", in cui il materiale sonoro si addensa e si ispessisce in spazi più ristretti, nel primo caso, e di variazioni di "Espansione", in cui il materiale sonoro si assottiglia e si allarga maggiormente, nel secondo. I canoni sono a intervalli crescenti, dall'unisono alla nona. Osservando l'opera ora nella sua totalità, si ha quindi l'impressione che essa sia regolata da un ritmo globale simile a quello di un respiro, un "respiro di suoni", un alternarsi di momenti "YIN" e momenti "YANG" che nascono l'uno dall'altro, attraverso l'esplorazione di tutto quello che il tema può dare. Il crescendo di energia che si sviluppa nel corso dell'opera sfocia nel QUODLIBET finale: Bach sembra aver talmente sviscerato, attraverso la sua ricerca, le potenzialità del tema di base da poterne fare ormai quello che vuole, e chiude il suo percorso di esplorazione addirittura inserendo nell'ultima variazione due canzonette da osteria in voga ai suoi tempi. Ma non è finita! Dopo aver ascoltato l'opera, ecco il ritorno alle origini, la presentazione nuovamente dell'aria iniziale: ora però non è più la stessa, le note certo non sono cambiate, ma è cambiato l'ascoltatore e la sua profondità di percezione. Alla luce di questa visione dell'opera, che viene illustrata con ampiezza di trattazione nel libro, si sono eseguiti i ritornelli solo nelle variazioni di "Concentrazione", proprio per il loro carattere più complesso, che stimola maggiormente un'esigenza di approfondimento (tranne le variazioni 13, 15 e 25, particolarmente lunghe, in cui il ritornello creerebbe qualche squilibrio almeno nell'opinione dell'interprete); le sezioni a carattere di "Espansione", sono invece strutturalmente più "semplici" ma esplosive e quindi nell'insieme dell'opera sortiscono il loro effetto dinamico quasi istantaneamente, senza bisogno di ripetizione.
Pier Paolo Strona ingegnere civile, ricercatore nel campo dei modelli numerici di strutture, fotografo, autore di libri e calendari, è attivo come pianista in Italia e all'estero con un repertorio che spazia dai più importanti compositori classici al ragtime, alle musiche latino-americane e a quelle asiatiche.
Registrazione audiophile: realizzata nel febbraio-marzo 2004 con microfoni e pre-amplificatori a valvole, campionamento a 96 kHz. Le tecniche utilizzate vogliono esaltare la spazialità delle complesse linee polifoniche bachiane, cercando di rendere all'ascoltatore più incisivi gli effetti di tridimensionalità sonora.
Pianoforte Steinway a coda - modello S.155.
Ringraziamenti: al Maestro
Guido Donati e al Maestro
Giuseppe Mirolo, valenti musicisti, che hanno contribuito con discussioni, scambi di opinioni, suggerimenti e consigli al raggiungimento di una più chiara consapevolezza nelle scelte interpretative.