un altro modo di guardarsi intorno, la realtà riflessa che ci appare più viva di quella che riteniamo vera, il "Mito della Caverna" di Platone che si materializza davanti ai nostri occhi.
Basta un piccolo ristagno d'acqua sul terreno dopo un temporale o anche solo una leggera pioggia sottile per riempire il mondo di scenari e prospettive insolite di grande bellezza.
Possiamo essere in città, nella piazza di Brandeburgo a Berlino con i suoi cantieri edili, o tra la gente nella piazza centrale di Cracovia, o al villaggio Olimpico di Montreal.
Ma possiamo essere anche in luoghi più piccoli e meno conosciuti, come a Pieve di Teco, in Liguria, o a Giglio Castello, nell'Arcipelago Toscano.
Oppure possiamo anche trovarci tra i boschi, in montagna, se, dopo esserci inzuppati fino al midollo per l'inaspettato temporale, non abbiamo fretta di tornare a casa ad asciugarci, ma riusciamo ancora a soffermarci ed osservare il mondo intorno a noi.
Osservazione
Le pozzanghere sono soggetti molto complessi, in quanto, al di là del riflesso vero e proprio, il fotografo può, anzi deve giocare anche con altri elementi: il fondo del terreno che appare in trasparenza, varie cose che possono galleggiare sul pelo dell'acqua, la forma della pozzanghera e il suo interagire con le zone asciutte circostanti, con la creazione di spazi a volte molteplicemente connessi, come nella pozzanghera di Berlino.
Luce, geometria, riflesso e trasparenza sono quindi presenti negli occhi e nella mente di chi le osserva e tenta di fissarne le immagini.
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